|
Nato a Siena da Ranuccio Bandinelli appartenente a una
famiglia senese di umili origini[1], si fece notare inizialmente come
insegnante di diritto canonico all'Università di Bologna, dove compilò
la Stroma o la Summa Magistri Rolandi, uno dei primi commentari del
Decretum Gratiani. Fu grande canonista e giurista.
Passato a Pisa dove divenne sacerdote, nell'ottobre 1150 papa Eugenio
III lo nominò cardinale diacono di SS. Cosma e Damiano a Roma; in
seguito divenne cardinale prete di San Marco. Probabilmente in quel
periodo compilò le sue Sententiae, basate sull'Introductio ad theologiam
di Pietro Abelardo. Nel 1153 divenne cancelliere pontificio; in questa
veste nel 1157 da Rodi Garganico fu inviato a Besançon per chiedere a
Federico Barbarossa di rimettere in libertà il vescovo Esquilo di Luni,
il quale, tornando da Roma, era stato derubato ed imprigionato da
cavalieri imperiali. Il Bandinelli portava una lettera del papa per
l'imperatore, in cui Adriano IV ricordava tutti i favori concessi
all'imperatore.
In questa circostanza il Bandinelli, per confermare la superiorità
papale sull'imperatore, pronunciò la frase:
« Da chi dunque il principe tiene l'impero? Da chi se non dal Papa? »
Secondo tradizione, il 18 novembre 1179 consacra la pietra angolare
della cattedrale di Siena [2].
Il pontificato [modifica]
Il 7 settembre 1159 venne scelto come successore di papa Adriano IV, ma
una minoranza dei cardinali elesse il cardinale Ottaviano Crescenzio,
che assunse il nome di Vittore IV. Cacciato dalla città di Roma che
desiderava essere un comune libero, Alessandro III fuggì nel basso
Lazio. La sua incoronazione avvenne a Ninfa, città posta al confine con
i possedimenti normanni. Successivamente si trasferì in Francia, dove
visse dal 1162 fino al 23 novembre 1165. Nel 1167 fu di nuovo in Italia,
dapprima a Gaeta, poi a Benevento, Anagni e infine Venezia.

Vittore IV antipapa, e i suoi successori Pasquale III (1164-1168) e
Callisto III (1168-1178), godevano dell'appoggio imperiale. Alessandro
si alleò con i Comuni, in lotta contro Federico Barbarossa, perché
questi, disubbidendo agli accordi di Worms, mirava ad una politica di
intervento e di predominio anche sulla Chiesa.
La battaglia di Legnano (1176) segnò la definitiva sconfitta
dell'imperatore tedesco. Con la Pace di Venezia del 1177 Federico si
riconciliò con il papa. L'imperatore si sottomise al volere di
Alessandro III e promise di riconoscere il trattato di Worms, per quanto
concerneva i rapporti tra Impero e Papato. Come contropartita, il
pontefice gli revocò la scomunica.
Dopo la pace di Venezia Alessandro III riconosce l'indipendenza della
Repubblica di Ancona, che aveva con tanta tenacia resistito al
Barbarossa nel 1174; la città in cambio riconobbe al papa il diritto
alla riscossione di un censo annuo. Il 12 marzo 1178 Alessandro ritornò
finalmente a Roma.
Nel marzo 1179 Alessandro tenne il terzo concilio Laterano, enumerato
dalla Chiesa come l'undicesimo concilio ecumenico. I suoi atti accolgono
diverse delle proposte del Papa per il miglioramento delle condizioni
della Chiesa, tra di esse l'attuale legge che richiede che nessuno possa
essere eletto papa senza il voto di almeno due terzi dei cardinali.
Questo sinodo segna il vertice del potere di Alessandro. Oltre a mettere
in scacco il Barbarossa (ripetendo l'episodio di Canossa), umiliò Enrico
II d'Inghilterra sul caso di Tommaso Becket, confermò il diritto alla
corona di Alfonso I del Portogallo e, fuggiasco, godette del favore e
della protezione di Luigi VII di Francia. Ciononostante, poco dopo la
chiusura del sinodo, la repubblica romana costrinse Alessandro a
lasciare la città, nella quale non fece più ritorno; e il 29 settembre
1179, alcuni nobili instaurarono l'antipapa Innocenzo III. Tramite un
uso accorto delle sue enormi ricchezze, comunque, Alessandro riuscì a
tenerlo in suo potere, tanto che ne ottenne la deposizione nel 1180. Nel
1181 Alessandro scomunicò Guglielmo I di Scozia e pose il suo regno
sotto interdetto. Fu promotore, tra l'altro, della superiorità
dell'autorità papale sull'intera cristianità e sullo stesso imperatore;
linea già adottata, in passato, da Gregorio VII. Alessandro III morì a
Civita Castellana il 3 agosto 1181.
|
|