Sant'Andrea di Conza 9 Settembre 2024.

Il progetto “museo” dell’Archeoclub Jonata all’ultimo miglio

Sant'Andrea di Conza: si attende la visita della Soprintendenza delle belle arti per l‘autorizzazione.

Sono passati circa 6 anni da quando, l’Associazione Archeo Club Jonata a nome della Presidentessa Antonietta Tobia, chiese l’autorizzazione al Sindaco di Sant’Andrea di Conza, l’Avvocato Gerardo D’Angola, per l’ utilizzo di alcuni locali della casa comunale per allestire una mostra archeologica etnografica. Era il 27 luglio 2018 con documento protocollato n. 2358 viene presentata la richiesta  e il giorno 30 luglio 2018 ci fu autorizzato la mostra e, successivamente, il 31 luglio 2018 la segnalammo alla Soprintendenza di Avellino la Dottoressa Silvia Pacifico che ci rispose il 1 agosto chiedendoci di spiegare e qualificare la consistenza del patrimonio conservato nella Casa Comunale, un progetto inerente l’allestimento della mostra, un elenco inventariato e foto digitali dei reperti e che avrebbe effettuato un sopralluogo a seguito della comunicazione Ufficiale del Sindaco in cui  indicava i termini di realizzazione della mostra.

Nel settembre del 2018 l’Amministrazione comunale mandò, tramite posta elettronica alla Soprintendenza, una prima parte dell’inventario redatto dall’associazione e dal sottoscritto e nel 2019 chiedeva alla stessa di effettuare un primo sopralluogo congiunto presso la sede comunale al fine di allestire e inaugurare la mostra.

Mostra che è stato il frutto di mesi di lavoro, eseguiti in gran parte dell’Associazione con il contributo dell’Amministrazione comunale, consistenti in primis dalla raccolta  e smaltimento di materiale di risulta abbandonati dopo la fine del restauro delle sale  a cui hanno fatto seguito i lavori di pulizia dei pavimenti, dei servizi igienici, il recupero,  l’allestimento e la pulizia delle vetrinette, ricevute in donazione da alcuni cittadini di Sant’Andrea di Conza,  su cui sono stati sistemati i migliaia di reperti preventivamente fotografi, codificati e catalogati sull’inventario. Lavori di mesi, quest’ultimi, eseguiti in gran parte dal sottoscritto, compreso il successivo progetto.

A causa della pandemia, che bloccò tutte le attività, il progetto e l’inventariazione si arenarono affinché nel novembre del 2022 fu mandata a nome dell’Archeo Club Jonata una prima bozza al Sindaco in cui oltre all’ apertura della mostra furono aggiunti anche la gestione dei centro storico, dei beni artistici etc. e poi  il 25 luglio del 2023 alla Soprintendenza per i beni culturali di Avellino e all’Amministrazione comunale.

 

LA SVOLTA

Dopo vari contatti da parte del sottoscritto con il responsabile della Soprintendenza di Avellino Salerno a inizio agosto di quest’anno lo stesso mi comunicava che sarebbe venuto a Sant’Andrea di Conza tra  fine agosto e inizio settembre per fare un primo sopralluogo congiunto con il Sindaco per  indicare le modalità per inaugurare la mostra e se possibile portare avanti il progetto.

 

LO SCOPO DEL PROGETTO

L’obiettivo che si accinge a raggiungere questo progetto è stato possibile solo attraverso la volontà di alcune persone che, amanti dell’arte, della cultura, della storia, delle proprie radici, hanno interagito e interagiscono per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e ambientale, e soprattutto con l’intento di apportare un benessere socio-economico alla popolazione . Il desiderio delle amministrazioni precedenti di allestire una mostra museale era già vivo negli anni ’70, del secolo scorso, quando, dopo l’acquisizione dei ruderi dell’antico castello baronale, da parte del comune, il progetto di riqualificazione dell’intera struttura, infatti, prevedeva la destinazione di alcune sale a sede di mostre e attività culturali e ricreative.

Quindi, considerata la lunga e forte attesa dei nostri concittadini e degli addetti ai  lavori, grande è la soddisfazione dall’Associazione e dell’Amministrazione per avere dato inizio a quello che sarà un percorso che dovrebbe portare la mostra a trasformarsi, in seguito, in un museo istituzionale, il quale dovrebbe inserirsi al centro di un più ampio progetto avente come scopo quello di creare intorno a se attività di ricerca, didattica, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, artistico, paesaggistico, eno-gastronomico, artigianale,  e  del territorio. Infatti, dopo l’istituzione della mostra e poi del  museo, il progetto prevede la costituzione di alcuni servizi, come visite guidate nel centro storico, nei laboratori artigianali della produzione casearia e di vini locali, laboratori fotografici, teatrali, sale didattiche, catalogazione, gestione e fruizione del centro storico,  della biblioteca, dell’archivio storico, inclusi anche i documenti  sul teatro per attivare anche qui una mostra. In breve questo progetto utopico non è nient’altro che il lavoro che dovevano portare avanti le  autorità competenti per attrarre con i fondi per il turismo i turisti e portare sviluppo socio economico attraverso l’assunzione di laureati che sarebbero stati impiegati per la gestione, la promozione, il restauro, la valorizzazione, la catalogazione dei Beni culturali e paesaggistici insieme alle tradizioni del territorio.

 

IL MUSEO

Per quanto riguarda la sede del museo essa vanta una struttura del tutto rinnovata, recuperata nell’ala esposta a nord-est dell’antico castello, in quelle che, fino al ‘700, erano le carceri e in precedenza le scuderie arcivescovili. La sede riqualificata, grazie anche all’intervento della Soprintendenza alle belle arti di Avellino e Salerno, nel 2016, che ne ha curato l’andamento dei lavori, è il frutto di un moderno progetto, voluto con forza dall’amministrazione attuale, presieduta dal Sindaco, l’Avvocato Gerardo D’Angola, che impiega soluzioni spaziali e aspetti museografici e quindi già pronto a ospitare nella seconda fase, il museo istituzionale sulle ceneri espositive della mostra, che non solo consentirà una facile fruizione e la valorizzazione dei mille e più reperti custoditi, ma diventerà anche il trampolino di lancio a un’ulteriore sviluppo socio-economico dell’antico centro e di tutto il comprensorio. La mostra sarà articolata su due livelli: seminterrato e terra che saranno destinati a sale espositive e a servizi per il pubblico. L’ingresso principale si trova a nord-ovest da cui si accede da largo Castello che si trova poco distante  dall’ ampio parcheggio di largo Ginnasiale. L’uscita, sempre da decidere con la Soprintendenza,  si potrebbe trovare al piano superiore dell’antica torre, dove è possibile, scendendo, accedere a un cortile da dove è possibile accedere da una scala di legno che porta verso vico La torre su cui immettersi al centro del borgo e da li raggiungere  i parcheggi di via Sambuco, piazza Aldo Moro e  Sandro Pertini, vico Incoronata, piazza Pallante. Nel progetto è previsto anche una sosta camper, centro di accoglienza e informazioni, vendita di gadget.

 

LA CONSISTENZA ESPOSITIVA

Per quanto riguarda la mostra, che sarà sostituita in seguito dal museo e che avrà la sede nell’ex palazzo arcivescovile di Conza, essa sarà allestita sui 2 piani dell’ala esposta a nord-ovest dell’ antico edificio baronale, e si sviluppa su una superficie totale di 150 mq., e sarà organizzato in 5 sale espositive. Il materiale, di cui parte appartiene all’Associazione Archeo Club Jonata, è il frutto di donazioni, ritrovamenti fortuiti, proveniente da vari siti individuati nel territorio comunale e in quelli limitrofi negli ultimi vent’anni, copre un arco di tempo che inizia dal Cretaceo, passa dal Paleolitico Inferiore, l’Età del ferro, pre romana, etc. e termina nei primi anni ’60 del ‘900 con oggetti della cultura contadina. Il materiale in detenzione dall’Associazione Archeoclub Jonata fu segnalato alla Soprintendenza già nel 2011 quando lo stesso fu oggetto di una prima mostra avvenuta il 30 novembre in occasione della prima sagra di sant’Andrea Apostolo, patrono del paese, alla presenza dell’allora Soprintendente Fariello, l’Arcivescovo di Sant’ Angelo dei Lombardi sua Eminenza Alfano, l’Amministrazione comunale, il popolo.

Il percorso espositivo guiderà il visitatore in un viaggio  a ritroso nel tempo di centinaia di migliaia di anni  attraverso i vari reperti di cui molti sono unici nel loro genere e che testimoniano le attività umane nell’Alta valle dell’Ofanto, raccontando il territorio dal punto di vista storico e archeologico, e si snoderà fra le varie sale nelle quali si potrà ammirare la cultura materiale e la sua lenta evoluzione di chi, per millenni, ha contraddistinto il territorio.   

 

   
Andrea Ricciardiello
     
     
     
     
     
     
     
     

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