sant andrea di conzaSant'Andrea Di Conza
SANT'ANDREA DI CONZA
Sant'Andrea Di Conza. 7 Settembre 2017.  ESTATE RICREATIVA E CULTURALE

I SUOI PRIMI QUARANT’ANNI.

Il 6 agosto, l’attore e regista Michele Placido, in pompa magna, e in compagnia delle autorità laiche e religiose, ha inaugurato , nelle sale dell’antico torrione del castello baronale di Sant’Andrea di Conza, ora sede della Casa comunale , la prima mostra fotografica , e cartellonistica di quarant’anni di rappresentazioni teatrali e canore, che si sono svolte e si svolgono tutt’ora nel teatro a cavea , intitolato all’attore e regista Bruno Cirino, che fu il primo ad inaugurare il teatro nel lontano 1977.

Il teatro, situato nella parte alta dell’antico borgo medievale, è incastonato in una splendida cornice da cartolina, nei pressi di una sorgente, antichissimo luogo del rito millenario, delle sacre acque in località La Fonte. Inoltre è circondato dai ruderi del settecentesco convento francescano, l’antico monastero, e il chiostro romanico del seminario arcivescovile, la splendida chiesa di San Michele Arcangelo con la sua facciata stile neoclassico, e il suo campanile del quattrocento, che vanno ad aggiungersi agli splendidi mulini e la fontana monumentale sei – settecentesca, sita nei giardini pensili dell’ex sede arcivescovile.

Oltre ad una comoda strada rotabile, esso è raggiungibile a piedi attraverso stradine e vicoli, palazzi signorili e principeschi, adornati da loggiati abbelliti da splendide colonne che sorreggono arcate in pietra finemente lavorati, in un labirinto si intersecano vie con nomi che evocano epoche lontane : Vico sotto la torre, la Cittadella, Santa Sofia, Largo cortile, Cavallerizza, Dietro Corte, Via del castello.

L’antico palazzo baronale, infatti, sorto su quello che era una fortezza longobarda, circondato da alte mura, e difeso da imponenti torri, apparteneva all’arcidiocesi di Conza, e fu acquisito dal comune, nel lontano 1975 per farne un centro culturale con musei , mostre e dotarlo poi di un teatro all’aperto.

Da allora a partire dal 1977, non appena il teatro fu costruito, in tempi record, si sono susseguiti sul palcoscenico centinaia di attori , cantanti, e registi di fama internazionale, come Giorgio Albertazzi, Walter Chiari, Gassman, Michele Placido, Gino Bramieri, Luigi de Filippo, Murolo, Sergio Japino, Arnoldo Foà, Gaslini, Concetta e Beppe Barra, il quale quest’anno , il 20 agosto,e preceduto da gli attori Sergio Iannuzzo e Debora Caprioglio, ha chiuso la rassegna.

La mostra, voluta con forza dal sindaco, l’avvocato Pompeo D’angola, mette in evidenza in modo ben curato , i grandi numeri delle performance di attori, registi, cantanti internazionali, e compagnie locali, come quella del compianto Michele Mariano Iannicelli, e l’ultima del professore Mario Martino, e che si possono estrapolare dai vari manifesti e locandine , poster e fotografie esposti nella mostra, e succedutisi negli anni.

Le curatrici della mostra, in una mia intervista hanno affermato, Titina Russoniello,Maria Frino, e Maria Rosaria Infante, che hanno dovuto sudare sette camicie per la realizzazione della stessa, soprattutto per la mancanza di fondi, ma alla fine hanno detto che ne è valsa la pena, soprattutto per gli elogi ricevuti personalmente, letti sul giornale delle presenze, e sulla stampa locale.

I numeri, come ho accennato poc’anzi, sono impressionanti: i primi attori che si sono succeduti in quarant’anni, sono 123, mentre le comparse sono circa un migliaio, di cui molti sono diventati famosi in seguito , come Enrico Brignano, Antonio Rampino, Erica Puddu, etc. mentre le rappresentazioni teatrali, come le grandi commedie, le tragedie, di autori come Plauto, Terenzio, Shakespeare, Goldoni, Viviani, sono quasi 250, e le persone che hanno assistite agli eventi sono state quasi 200.000.

Insomma , Sant’Andrea, e questo piccolo teatro all’aperto, con circa 500 posti a sedere, in cui si sono succeduti in quarant’anni centinaia di attori, registi e gruppi musicali, cantanti di fama mondiale, grazie a questa mostra-museo, è diventata parte integrante della storia del teatro, e della cultura. Inoltre, soprattutto poiché molti mostri sacri del teatro, o della musica, che hanno calcato la scena del nostro teatro, che sono scomparsi: in ultimo in ordine di apparizione Giorgio Albertazzi, hanno contribuito a far diventare il luogo, come la comes degli dei.

Quel sogno, voluto con caparbietà da un gruppo politico capeggiato dal compianto Gabriele Giorgio, di far uscire dall’anonimato questo piccolo borgo, è diventato realtà. Infatti, questa mostra, come ha confermato il sindaco, se arriveranno i fondi regionali, diventerà permanente, e in più, in un futuro prossimo, sarà messa in rete. Ad essa, saranno aggiunti anche i progetti per l’allestimento, formazione , catalogazione, formazione di personale, con manutenzione e promozione di 2 musei : archeologico e l’altro etnografico, che sono già in fase di allestimento, e curate dal sottoscritto e dall’associazione Archeo Club Jonathan .

Ma al di la di tutto, oltre al fatto di far uscire dall’anonimato questo piccolo borgo, i promotori, intendevano promuovere la cultura, soprattutto per l’aumento occupazionale. Il grande passo fu fatto con la nascita della fondazione Bruno Cirino, ed era l’anno 1990, che aveva il compito di potere far arrivare fondi, tramite tutte le istituzioni, sia pubbliche che privati, ma che naufragò prima del tempo.

Quindi per un quarantennio, si è andati avanti solo per sviluppare progetti che si spegnevano alla fine di ogni estate. Solo negli ultimi anni, l’amministrazione, in simbiosi con le innumerevoli associazioni, se ne contano una dozzina, si è avuto la concezione di portare avanti un progetto che va oltre il periodo estivo, ma..

Rosetta D’Amelio l’assessore regionale della Campania, la quale durante la visita alla mostra del 21 agosto sul giornale delle presenze, aveva scritto e affermava che Sant’Andrea impegnandosi in questo progetto quarantennale, ha illuminato l’Irpinia, dimostrando che si può fare grande cultura anche in un piccolo centro. Inoltre, oltre ai compianti e indimenticabili Bruno Girino e Gabriele Giorgio, gli iniziatori degli eventi, aggiunge, non vanno dimenticati, chi come loro hanno fatto diventare grande questa manifestazione negli anni. In primis dice Rosetta, l’attuale sindaco Pompeo D’Angola, l’erede di Giorgio Gabriele, i nuovi e i vecchi amministratori e soprattutto i volontari delle associazioni culturali locali, e delle compagnie teatrali.

Voglio chiudere l’articolo indirizzando a Rosetta, non solo stima, e affetto, e ringraziandola soprattutto per la sua presenza alle nostre manifestazioni estivi, fra cui anche a quella della quinta edizione della festa del libro e, il suo grande impegno politico che sta dando alla comunità, ma indirizzandole, anche un mio pensiero, dicendogli che i volontari, alla fine si stancheranno di essere volontari perché.…senza soldi non si cantano messe, e non si possono creare nuovi posti di lavoro dalla cultura, o da compagnie teatrali composte di giovani locali.

Sant’Andrea, cosi come tanti piccoli o medio grandi paesi dell’Irpinia, hanno un patrimonio culturale e tesori immensi, che se ben sfruttati potrebbero portare aumenti occupazionali, ma che senza personale e risorse finanziarie, che li possano gestire, diventeranno… Ferrari senza autista.

Andrea Ricciardiello

 
   
 
     
     
     
     
     
     
   

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